CORRADO GUZZANTI

Corrado Guzzanti (Roma, 17 maggio 1965) è un comico, attore e sceneggiatore italiano.
Figlio del giornalista e senatore del Popolo della Libertà Paolo Guzzanti, fratello di Sabina e Caterina e pronipote dell'ex ministro Elio Guzzanti (zio del padre), Corrado Guzzanti è oggi un celebre autore satirico italiano.
I suoi personaggi possono essere divisi in due categorie principali: da un lato le creazioni originali, quali il regista Rokko Smitherson, l'istrionico e "coatto" adolescente Lorenzo, il santone Quelo, la procace conduttrice Vulvia, il gerarca fascista Barbagli ed il poeta Brunello Robertetti; dall'altro le imitazioni di personaggi reali, come Emilio Fede, Antonello Venditti, Gabriele La Porta, Umberto Bossi, Romano Prodi, Francesco Rutelli, Giulio Tremonti, Fausto Bertinotti, Gianni Baget Bozzo, Edward Luttwak, Vittorio Sgarbi, Gianfranco Funari e Walter Veltroni. Divenuto famoso nel 1992 come comico di punta dello show televisivo Avanzi, da allora Guzzanti ha partecipato a quasi tutte le trasmissioni satiriche di Serena Dandini, con la quale negli ultimi quindici anni ha realizzato e prodotto programmi come Tunnel, Maddecheao', Pippo Chennedy Show e L'ottavo nano. Tra il 2002 e l'anno successivo condusse insieme a Marco Marzocca Il caso Scafroglia, corrosiva striscia satirica quotidiana in cui Guzzanti chiarí definitivamente al pubblico le sue convinzioni politiche. A partire dal 2003, le sue apparizioni in televisione sono diminuite drasticamente; tra la fine di quell'anno ed il 2006 realizzò e presentò al pubblico il film Fascisti su Marte, pellicola cinematografica contenente alcuni episodi dell'omonima saga trasmessi tra il 2002 e l'anno successivo all'interno de Il caso Scafroglia. Nel 2008 è tornato sul piccolo schermo con la Sit-com Boris, trasmessa dal canale satellitare Fox.

SANINA GUZZANTI

Sabina Guzzanti è attrice-autrice di satira teatrale e televisiva e regista di lungometraggi.
Da quasi vent’anni Sabina Guzzanti è antagonista di punta - sia dal palcoscenico sia in televisione sia nel cinema - rispetto a tutti i poteri costituiti: ogni volta che va in scena un suo spettacolo, infatti, l’obiettivo dichiarato è quello di ironizzare sulla società politica smascherandone i difetti, i vizi, le bugie più evidenti. Negli ultimi anni Sabina Guzzanti ha dato un taglio più eminentemente politico al suo lavoro, ogni volta accompagnando satira e ironia a una documentazione ferrea circa i fatti oggetto dei suoi attacchi: se in Italia la quasi totalità della stampa è assoggetta al potere politico-economico, non resta che ai comici, a volte, restituire correttamente pezzi di realtà costantemente nascosti ai cittadini. E Sabina Guzzanti questo compito si è data.
Ovviamente questa guerra aperta ai poteri ha i suoi costi: la serie televisiva più recente “Raiot” è stata censurata dalla stessa Tv pubblica (Rai) che l’aveva prodotta. Di “Raiot” andò in onda solo la prima puntata contro le cinque previste. Da allora, era il novembre del 2003, Sabina Guzzanti ha assunto un ruolo simbolico anche al di là del mondo dello spettacolo: è diventata un riferimento per la lotta della riconquista della libertà d’espressione da difendere a ogni costo in un paese preda di interessi incrociati tra la politica e l’economia. Trasferito in teatro il “Reperto Raiot”, lo spettacolo nato dalle ceneri della trasmissione televisiva censurata è diventato uno degli eventi scenici italiani più significativi degli ultimi anni. Continuamente aggiornato alla realtà di ogni giorno, “Reperto Raiot” è stato salutato ogni volta come un evento sano e liberatorio, un recupero di realtà e partecipazione vera del pubblico. Al centro del lavoro scenico di Sabina Guzzanti c’è un uso personalissimo delle maschere, vere e proprie trascrizioni della realtà: Sabina entra in scena come un clone di alcuni uomini politici di ogni tendenza (dal capo del governo di destra Silvio Berlusconi a uno dei leader dell’opposizione di sinistra Massimo D’Alema) o di alcuni famosi opinionisti, svelandone dall’interno i vizi e la pochezza culturale e politica. Grazie a questo trucco comico e drammaturgico, ogni suo spettacolo diventa un pugno nell’occhio delle menzogne di Stato e un atto supremo di libertà. Oltre al teatro ed alla televisione lungo la sua carriera Sabina ha scritto diverse sceneggiature, due raccolte di canzoni satiriche, due libri e diretto corti e lungometraggi cinematografici.
I sui ultimi film, Viva Zapatero e Le ragioni dell’aragosta, sono stati accolti alla mostra internazione del cinema di Venezia con la standing ovation del pubblico rispettivamente di 15 e 8 minuti e hanno ricevuto bellissime critiche della stampa italiana e internazionale e molti premi e riconoscimenti. Attualmente lavora per la realizzazione di un progetto di satira internazionale.

SERENA DANDINI

Serena Dandini è fra le autrici che più hanno sperimentato e innovato il linguaggio televisivo degli ultimi anni, in particolare quello comico e satirico. Il debutto nel mondo dei media avviene con le radio “private” per poi approdare alla Rai, dove a Radio Due è ideatrice di diversi programmi:La vita di Mae West ,Obladì obladà , la Tv delle ragazze, Avanzi, Maddecheao’: Come secernere agli esami, Tunnel, Pippo Chennedy Show , Producer , Comici uno , L’ottavo nano, Parla con me.

STEFANO NOSEI

Con le sue doti di musicista, imitatore, cabarettista, capace di trasformare e manipolare i testi delle canzoni altrui, Stefano Nosei coinvolge il pubblico in un gioco strampalato ed irriverente, pieno di sorprese e allegria, suonando e cantando le canzoni con una vis comica unica e originale. Nosei propone nuove compilation legate ad i più recenti eventi di cronaca e costume ma non mancano le ultime composizioni create per Zelig: la compilation sulla moda, quella sui telefonini, quella sulle "veline facili" e, l'inno ai mondiali di calcio dove "Una rotonda sul mare" diventa "Una testata fa male, se Zidane te la suona!".

STEFANO CHIODAROLI

Il primo è un panettiere di un vago NORD Italia: dorme poco, lavora tanto, è sempre infuriato con la moglie, i dipendenti, l’erario… a pensarci bene ce l’ha con tutti; una sola eccezione gli piacciono le clienti giovani e carine. Ornello, l’ex fotomodello, si spoglia in scena per un senso di dovere civico ed infine il mago "Abatjour" un cialtrone un po' svitato che non sa di esserlo. Il recital di Stefano Chiodaroli si anima di questi tre personaggi che son raccolti e rappresentati da un unico filo conduttore: tutti appartengono in qualche modo alle suggestioni più vive di questo attore e, nel suo caratteristico modo diretto ed energico, vengono trasportate sul palcoscenico.

MARCO MARZOCCA

Con Stefano Sarcinelli e Max Paiella. Regia di Federico Andreotti. Da Giovidì a Giovidì è uno spettacolo che gioca continuamente sul rapporto tra teatro e cabaret insistendo sulla diversità specifica tra i due generi: la quarta parete. Cioè quel muro immaginario che divide l’attore teatrale dal suo pubblico e che invece il cabarettista "rompe" continuamente cercando un rapporto, un’interazione, un contatto. Da Giovidì a Giovidì è una commedia in due atti che non rinuncia al ritmo incredibile di battute alle quali ci ha abituato il cabaret per arrivare attraverso tutti i personaggi di Marco Marzocca, da Ariel al Notaio, da Cassiodoro a Mamma Orsa, a un finale veramente sorprendente

GIOBBE COVATTA

Giobbe Covatta si lascia ispirare alla carta dei diritti dell'uomo per la sua ultima affabulazione. Trenta sono gli articoli di cui si compone la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani adottata dall'ONU il 10 dicembre 1948; trenta articoli che sanciscono i diritti individuali, civili, politici, economici, sociali, culturali di ogni persona. Vi si proclama che nessuno può essere fatto schiavo o sottoposto a torture, che nessuno dovrà essere arbitrariamente arrestato, incarcerato o esiliato. Vi si sancisce anche che tutti hanno diritto ad avere una nazionalità, a contrarre matrimonio, a possedere dei beni, a prendere parte al governo del proprio paese, a lavorare, a ricevere un giusto compenso per il lavoro prestato, a godere del riposo, a fruire di tempo libero e a ricevere un'istruzione. In chiave ironica (ma non troppo), come nel suo stile, Giobbe prosegue la sua riflessione sui diritti fondamentali dell'uomo, raccontando con sarcasmo di chi questi diritti li ha solo sulla carta...